giovedì 3 febbraio 2011

DECRESCITA FELICE

(dal Web) 
Pia nel suo Blog di oggi dice: speriamo di essere ancora in grado di decrescere felicemente. Può darsi che il felicemente si addica più a persone che hanno uno spirito ed abitudini semplici, ma loro sono già cresciuti nella dignità e nel piacere della "misura d'uomo" e delle proprie necessità più o meno essenziali (benessere senza eccessi). Il problema nasce, e nascerà!, in coloro che sono abituati ad ottenere tutto ed in qualsiasi MODO e che non si capaciteranno di dover in qualche modo rinunciare a qualcosa o al "come" e le proveranno tutte, senza arrendersi.
Una volta c'erano le guerre che facevano punto a capo e prima ancora qualche bella carestia  o epidemia. Oggi la società umana non ha più limitatori naturali perché tutto è spinto al parossismo della conservazione e del progresso della popolazione, ad ogni costo. Penso che sia giusto che nessuno di noi abbia a patire disagi e soprattutto malattie, ma forse è il momento che si cominci a riflettere seriamente sul fatto che la popolazione umana non può crescere all'infinito, ma, anzi, occorra pensare a ridurla, altrimenti anche il semplice concetto della sostenibilità sarà solo un mero esercizio dialettico.... e quindi ha ragione Serge Latouche ?
Hai ragione Pia, temo che stia arrivando il momento di cominciare a fare marcia indietro, più o meno felicemente!



2 commenti:

  1. ...libertà è passare giornate intere senza mettere mano al portafoglio. Vai in campagna, lavori, lo lasci a casa e non ti serviva. La spesa corre lo stesso, ma non averlo toccato per tutto il giorno è una felicità!
    Certo, per noi il sacrificio non è grande come per quelle persone di cui riferisci, quelle del "tutto e subito". Siamo cresciuti ancora nella fortuna della semplicità, dell'umiltà e guardinghi e diffidenti verso ciò che poteva essere superfluo...

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